Una composizione in equilibrio dinamico in cui la giustapposizione di elementi aggettanti decostruisce il volume originario determinando un nuovo impatto formale. L’ordinario che diventa stra-ordinario.
Il progetto affronta la ristrutturazione di un villino residenziale degli anni ’60, il cui impatto estetico era assai misero. L’edificio si sviluppa su pianta quadrangolare di 100 mq circa, con struttura in muratura portante e copertura a doppia falda. L’intervento progettuale ha radicalmente stravolto l’edificio, operando attraverso la demolizione dei tramezzi, del solaio di sottotetto e della copertura, per rimodellare lo spazio secondo una nuova poetica in cui la funzionalità dell’articola- zione spaziale incontra emozionanti effetti scenografici. Il prospetto trae nuova vita dalla giustapposizione di piani verticali e orizzontali rivestiti in legno bianco che, con reciproci slittamenti e compenetrazioni, danno luogo ad una composizione in equilibrio dinamico. Alla composizione di lastre fa da contrappunto visivo la curvatura impressa ad una delle falde del tetto che, come un guscio, ora “abbraccia” ed enfatizza la facciata. Gli esili pilastri cromati che sorreggono la pensilina d’ingresso sono immediatamente percepibili come forme di ascendenza naturale e la loro retroilluminazione ne rende particolarmente suggestiva la visione notturna. Varcato l’ingresso, si offre alla vista lo spazio dilatato della zona giorno, definito in alto dal ripiegarsi della falda curva verso quella inclinata; sul living a doppia altezza si protende il ballatoio di distribuzione delle camere da letto.
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