Il progetto lavora sul tema della connessione casa-paesaggio, creando un rapporto di osmosi con il contesto circostante, un’idea dell’abitare come spazio fluido, protetto ma interconnesso con il paesaggio, capace di garantire la privacy della famiglia, ma di immetterla in una spazialità percettiva più ampia.
L’edificio si sviluppa come compenetrazione di uno spazio “vuoto” e trasparente con volumi trapezoidali, che si pongono come lenti asimmetriche di un cannocchiale verso il paesaggio.
Il luogo “acque chiare” è conosciuto fin dall’antichità per essere sede di acque sorgive: l’acqua come materiale di progetto, elemento storico-naturale viene re-interpretato e antropizzato nella piscina, elemento fondante e generatore della casa, ma occultato e vissuto solo dagli abitanti.
Sollevata da terra a nord di circa un metro per un’ottimale ventilazione naturale, la casa permette agli abitanti di vedere fuori, anche dal piano terra oltre la siepe di confine, che invece rimane il limite invalicabile.
L’edificio si sviluppa quindi su due piani fuori terra, costruiti su un’unica campata dimensionale, che regola la compenetrazione dello spazio “vuoto” e trasparente con i volumi delle camere-studio, e costruisce un “attacco a terra” seminterrato, che contiene lo scavo d’acqua oltre alla centrale del sistema di climatizzazione a pompa di calore con sonde geotermiche.
La struttura interna in acciaio e cemento armato è completamente a sbalzo, i muri perimetrali sono stati pensati come strutture di ancoraggio di pannelli in lana di roccia, che permettono di definire pareti di grande leggerezza e notevole spessore, ottenendo un’ottima coibentazione termico-acustica.
Le coperture inclinate con orientamento eliotermico contengono i sistemi per lo sfruttamento dell’energia solare e la terrazza panoramica, intervallate dalle lame vetrate trasparenti dei doppi livelli e della scala.