DESCRIPTION
Progettazione: 2009
Realizzazione: 2010 - 2012
Luogo: Via Stephenson 55 – 20157 Milano – Italia
Categoria: 4*
Area: 15.000 mq
Progetto architettonico: Arch. Giancarlo Marzorati
Progetto di architettura d’interni e illuminotecnico Arch. Simone Micheli
Coordinamento generale del progetto, sviluppo della progettazione
DETTAGLI
15.000 mq area intervento totale
98.38 mt altezza dell’edificio (compresa l’insegna in sommità con la scritta B4H)
21 piani fuori terra
i primi 3 piani: hall | meeting | benessere | piano piloty-piazza rialzata
16 piani di camere
1 roof garden
3 piani interrati 19.500 mq: parcheggi mq 13.000 | aree tecniche e di sevizio 6.500 mq
280 camere
24 suite apartments
32 deluxe
210 superior
14 standard per disabili
6 sale congressi
Piano Primo
sala 4: 59 mq 60 posti | sala 5: 63 mq 70 posti | sala 6: 49 mq 40 posti
Piano Secondo
sala 1-2-3: 425 mq sala “plenaria modulare”, divisibile in 3 meeting rooms con foyer esterno, da 125/200 fino a 450
posti
2 ristoranti e 1 bar all’aperto
1 centro benessere 600 mq
piscina coperta 40mq
sauna, bagnoturco, docce solari e idromassaggio
4 cabine trattamento
2 spogliatoi
1 sala fitness
L’Hotel B4 del gruppo Boscolo si trova a Milano in via Stephenson, in prossimità dei poli fieristici Rho-Fiera e Fiera Milano City e vicino alla futura sede dell’Expo 2015. Il nuovo Hotel nasce per rivedere, scardinare e rinnovare completamente i criteridell’intera categoria e delle proprie strategie di promozione e di comunicazione. Dimenticate ogni vetusta, obsoleta, antiquata definizione di business hotel, cancellate ogni tipo di preconcetta definizione morfologica e stereotipata concezione tipologica. Ibrido, trasversale, intriso di contaminazioni multiformi e sinestetiche, luogo di meraviglia, cultura, natura e di metropolitanità, il B4 milano si pone come canone di riscrittura per i futuri hotel che verranno. Esternamente distintivo e ieratico, grazie all’attento lavoro dell’architetto Giancarlo Marzorati, e internamente
iconico e super funzionale, grazie al dinamico segno dell’architetto Simone Micheli.
L’Hotel B4 del gruppo Boscolo si trova a Milano in via Stephenson, in prossimità dei poli fieristici Rho-Fiera e Fiera Milano City e vicino alla futura sede dell’Expo 2015.
B4 è un albergo-opera riconducibile alla creazione di una storia di unicità che ha in sé un segno di condivisa riconoscibilità. In questa connotazione, l’hotel opera non è tale per la sua bellezza, in base a meri canoni estetico-stilistici, ma per il messaggio di coerenza globale che trasmette e il vissuto totalizzante che mette in moto nel suo fruitore, in cui l’esperienza si trasforma in attiva memoria. Lo spazio ospitale della nostra contemporaneità per essere considerato “opera”, deve avvicinarsi a parametri di unicità che non riguardano solo il punto di vista iconico, ma lo investono nel suo insieme, quindi nella comunicazione, nella capacità di accoglienza, nei servizi, nella dimensione logistica e funzionale. Al suo interno non vi devono essere dissonanze ma è proprio la globale assonanza di progettazione e gestione dei molteplici aspetti e dettagli che lo compongono che deve convergere a creare un universo di coerenza. Quindi: lo spazio, la luce, il colore, l’utilizzo della tecnologia ma anche il tipo di servizio nei confronti del cliente, la ristorazione, le modalità di autopromozione, il particolare uso dei canali divulgativi appartenenti al nostro variabile presente sono alcuni dei vari tasselli che devono essere congegnati “a incastro” per costruire un mondo “omogeneo” che emette un messaggio appartenente alla dimensione dell’ unicità. Per questo gli interni del B4, sono concepiti come un’architettura dentro l’architettura, un insieme armonico capace di guardare oltre la barriera del reale conosciuto, per generare innovazione contenutistica e linguistica, hi-tech e allo stesso tempo user-friendly, sostenibile, in termini economici e ambientali. Le aree comuni sono ripensate, in un’ottica di ibridazione degli spazi, di contaminazione delle funzioni per soddisfare i più disparati bisogni degli ospiti; la hall è infatti non solo luogo di accoglienza e sosta ma anche una galleria in cui fare shopping, un’area relax e un’area gioco, che ospita negozi virtuali, aree lettura, è connessa e separata, tramite sistemi modulari al ristorante e alla caffetteria, tutti gli spazi sono comunicanti, simbiotici, fluidi e interattivi. Fitomorfiche sculture, costituiscono l’intero apparato strutturale e funzionale del piano terra. Le colonne, i desk della reception, il bancone il desk della reception, il bancone bar, il piano del cook-show, nascono da una materia lucida, fluida, dinamica, una continua fuga da stereometriche geometrie canoniche. Laccate lucide, di colore verde acido o rosso squillante, contrastano col pavimento in pietra di Luserna che si stende , ininterrotto, su tutta la superficie. Scultoree poltrone, rivestite in materico tessuto verde, alcune con schienali decisamente fuori-scala, punteggiano l’intera hall, creando delle isole relax-attesa. Dal soffitto scendono macro-lampadari, futuristici e immaginifici planetari meccanici, costituiti da sfere globulari luminose, bianche e verdi, appese a diverse altezze che occupano l’intero spazio a doppio volume dell’ingresso, riflettori puntati sulla scena dello spettacolo quotidiano che ospita la hall. La regia illuminotecnica evidenzia i plastici episodi, dando indicazioni sui percorsi da seguire e definisce delle zone in cui sostare. Salendo al primo piano, attraverso la scala o gli ascensori panoramici, completamente in vetro, lo sguardo è accolto da colori più tenui, se al piano terra le forme erano dinamiche, al primo piano il messaggio formale suscita emozioni diverse nell’umano visitatore. Colori e forme suggeriscono un rilassamento generale dei sensi, il dinamismo fluido della hall, appare lontano, l’atmosfera è serena e avvolgente. Un trompe-l’oeil reinterpretato attraverso le macrostampe di Maurizio Marcato, simula un infinito bosco di betulle che circonda lo spazio adibito a colazione e pranzo. La carta da parati delle pareti diviene così un rilassante caleidoscopio, gli arredi verdi lucidi e i setti mobili, realizzati e arricchiti da intrecci di veri rami di betulle e tronchi d’albero che vanno dal pavimento al soffitto, rendono ancora più reale la morbida suggestione. Il verde del rivestimento delle poltroncine, sebbene lo stesso di quelle del piano terra, così come il pavimento in pietra naturale a grandi listoni, assumono un diverso valore, armonico e rilassante. I grandi oblò che si affacciano sul ristorante sottostante e l’ampia bocca che si apre sulla cucina per offrire spettacoli dal vivo e lezioni d’arte culinaria, sono scelte formali dettate dallo stile generale e dall’attenzione riservata al cliente. Non solo la visione è oggetto di studio, progettuale, ma la scelta delle melodie, gli effetti illuminotecnici naturali e artificiali, le fragranze, si differenziano per il medesimo ambito tridimensionale, determinano nel ricettore del messaggio, risposte completamente diverse. Il ristorante completa e richiama il design della hall, differenziando la funzione pur mantenendo una continuità semantica che completa gli spazi del piano terra in modo armonico e naturale, le archiche presenze divengono in questo contesto un ambiente funzionale ideale per gustare pranzi e cene. Le sale congressi sfuggono a declinazioni estetiche canoniche e ordinarie, tecnologicamente concepite per soddisfare molteplici bisogni funzionali dai punti di vista illuminotecnici, spaziali ed estetico-qualitativi. Dislocate al primo e al secondo piano, si compongono di tre piccole sale meeting, utilizzabili anche come sale riunioni private, e di una vera e propria grande sala plenaria, che può ospitare fino a 450 persone e può essere, grazie alla modularità garantita dal sistema di pareti scorrevoli interno, divisa in tre sale da 125 e 200 posti. Accordandosi con i colori dominanti dei piani, il verde acido per il primo piano e il lilla per il secondo, gli arredi delle sale si tingono di conseguenza. A pavimento la moquette con la macro immagine della pietra utilizzata per la pavimentazione della hall e degli spazi adiacenti. Il controsoffitto ad isola, staccato lungo tutto il perimetro delle pareti, è sospeso in un alone di luce che lascia uscire e garantisce, con le proprie forme, stalattitiche escrescenze e rientranze plastiche, un’illuminazione tecnica variabile. Al secondo piano troviamo anche il centro benessere, spazio organico e volutamente vivace, colorato, ma rigorosamente calibrato. Raggiungibile direttamente anche dai piani delle camere attraverso un ascensore dedicato: un luogo interattivo, ibrido, anticanonico, dove tutto è fortemente caratterizzato, dalla zona di accettazione-reception ai percorsi di distribuzione, dagli spogliatoi uomo-donna, alle cabine per i trattamenti, dalla zona umida con sauna, bagno turco, docce, docce aromatiche, fabbricatore di ghiaccio e area relax, alla grande piscina scandita da multipli giochi d’acqua e getti idromassaggio. Forme fluide definite in giallo “macro anemoni marini”, salgono da terra a tutta altezza, altri scendono dal soffitto, forandolo e portando con sé cascate d’acqua. Una mini piscina si getta, tramite uno scivolo, in quella più grande, generando, assieme al pavimento in pietra che sale anche sulle pareti e alla grande vetrata panoramica, che si apre sull’orizzonte, uno spazio armonico, pensato per infondere tranquillità. Luci più soffuse, rarefatte e morbide accompagnano le aree comuni per 16 piani, lungo i corridoi punteggiati dalle porte, arabeschi bicromatici, integrano le numerazioni e i sistemi elettronici d’ingresso alle camere. Le camere, ergonomiche e funzionali, sono pensate anche in relazione alla durata, per essere resistenti e facilmente pulibili. Pareti lilla si contrappongono a quelle in legno che, salendo dal pavimento, caratterizzano la testata del letto e avvolgono l’intero bagno. L’armadio spicca simile a un totem lucido, verde acceso, che gioca con i piani, assolutamente candidi, in solid surface, della scrivania e del poggiavaligie. La tv, la cassaforte e il minibar, si sviluppano da bolle di specchio che, nei loro riflessi, sembrano violare la gravità. La doccia avvolta in una cortina di vetro sfumato, al centro della stanza, diviene fulcro distributivo e visivo dell’intera camera. Il lavabo si installa direttamente sulla testata del letto che, allungandosi, ne diventa il supporto, liberandosi così, assieme alla doccia, dalla schiavitù delle pareti, solitamente claustrofobiche, del bagno e divenendo elementi caratterizzanti della composizione formale della camera stessa. Lo specchio che sovrasta il lavabo, nasce come una lingua, al di sopra del letto, per poi allargarsi e prendere corpo, fluidamente, fino a definire iconicamente, ma non spazialmente, il luogo della rigenerazione e del benessere fisico. Dietro la porta scorrevole a specchio, un intimo rifugio ospita esclusivamente i servizi. B4 Milano non vuole essere un business hotel né un semplice hotel di super-design: è un manifesto tridimensionale del possibile e voluto connubio tra architettura, sensorialità ed eccellenza; della sinergia e commistione tra iconici arredi assolutamente funzionali in forme plastiche e fluide, e l’esperienza privata dell’ospite che vive questo spazio avvolto da un’energia vibrante, portatrice di rinnovamento e rigenerazione.
(Simone Micheli)