Il coffee table si veste di nuovo e parla svedese. La mano e la mente sono quelle di Sofia Almqvist, designer dello studio Kompaniet da lei fondato nel 2012. Tra le diverse linee d'arredamento realizzate, c’è il perfetto esempio dell’incontro tra design e sentimento: compito di un bravo designer è infatti essere sia visionario sia capace di collegare - con estrema semplicità - concetti astratti e praticità. Tutto questo è incluso nella linea d'arredamento Umami che nell’ultimo anno si è fatta sempre più ricca e variegata. L’iconico coffee table si è arricchito di prodotti creati dall’uso di quattro materiali: legno di frassino, vetro soffiato, acciaio e ceramica danno vita a oggetti di uso quotidiano che si amalgamano nella linea Umami in un gioco di equilibri. Nel 2014 aveva fatto il suo debutto il coffee table Umami, un prodotto molto originale benché apparentemente ostico.

Tondo, in legno chiaro, il tavolo è sostenuto da tre gambe e presenta una superficie frastagliata come le onde del mare. Difficile, verrebbe da pensare, poter usare un coffee table come questo. Facile, invece, riuscire a farlo con i giusti complementi d'arredo che hanno visto la luce nel 2015. Piatti bianchi in ceramica che prendono vita su questo tavolo; vetro soffiato che diventa una, cento, mille ciotole dove servire le cibarie più gustose. Umami è un progetto pensato e realizzato per la condivisione di un momento unico tra i commensali. La stessa Sofia Almqvist ha raccontato il motivo che l’ha spinta a ideare questa linea: l’alienazione tra le persone quando si trovano attorno a un tavolo. Anziché essere focalizzati sul momento di convivialità, si è spesso troppo presi da impulsi che arrivano dall’esterno, come la televisione. Concepire un tavolo con una superficie che sembra in movimento, con i relativi complementi di arredo, porta chi vi si siede a cambiare il punto di attenzione e focalizzarsi sul cibo ma anche sui commensali. Un tavolo intimista e innovativo, creato per la condivisione.

INFO: www.kompanietdesign.se

PHOTO COURTESY: Petter Brandt