Di storico l’hotel Roost Midtown di Philadelphia non ha solo la location, ma anche il cambiamento che la sua apertura ha apportato al mondo dell’hospitality. Questo hotel di design, situato proprio nel cuore più antico della città, è infatti ciò che viene definito un Apartment Hotel, ovvero una struttura alberghiera che alle semplici camere sostituisce degli appartamenti raffinati, dedicati ai viaggiatori che permangono a lungo in una sola destinazione. Che il buon gusto sia uno dei fulcri del progetto, firmato dallo studio newyorkese Morris Adjmi Architects, lo si capisce già dall’esterno: l’hotel Roost Midtown è infatti ospitato all’interno di un palazzo degli anni Venti, il Charles S.W. Packard Building, che per i cittadini rappresenta un punto di riferimento del passato di Philadelphia.

Al suo interno l’albergo si compone di ben 27 appartamenti rifiniti in ogni dettaglio, che offrono la comodità e la privacy di una casa coniugandole con i servizi di un hotel, così da offrire una soluzione ideale non solo ai normali viaggiatori ma anche a chiunque in città necessiti di risiedere temporaneamente fuori dalla propria abitazione. Gli appartamenti di questo hotel di design sono contraddistinti da un disegno di interni fresco e funzionale che privilegia l’ampiezza degli spazi e preserva i tratti originali del palazzo, come ad esempio i soffitti a volta, cui abbina elementi più contemporanei quali ampie finestre di ispirazione industriale. L’arredamento, tutto firmato, si compone in gran parte di pezzi – anche d’arte – fatti su richiesta, nonché della migliore tecnologia come l’Apple Tv o la domotica di ultima generazione. A completare il tutto ecco una serie di servizi disponibili al di là della porta di tutti gli appartamenti dell’hotel Roost: pulizia settimanale, dog-sitter, personal trainer, reception 24 ore su 24 e tutto quello che ci si può aspettare da un hotel di design. Situato vicino ai locali e i ristoranti più vivaci di Philadelphia, l’hotel Roost fa sentire chiunque subito a casa.

INFO: www.ma.com

PHOTO COURTESY: Matthew Williams