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Nel corso della vita di un’abitazione, arriva sempre prima o poi il momento di intervenire sull’impianto elettrico. Questa operazione, spesso delicata dal punto di vista strutturale dell’edificio, della sua sicurezza e non ultimo dell’impegno economico, apparirà senz’altro più agevole se si seguono alcuni consigli pratici.

Quando rifare l’impianto elettrico
Il primo punto, meno banale di quanto sembri, è proprio questo: quali sono i segnali che ci avvisano se il nostro impianto elettrico ha bisogno di un intervento? Un primo indicatore può essere l’età dell’edificio: se la struttura è molto vecchia, infatti, è possibile che presenti problemi, nonché contravvenzioni alle norme attualmente in corso. Sintomi di un funzionamento non corretto e della necessità di un rifacimento dell’impianto elettrico possono essere: frequenti salti del contatore, avvistamento di scintill all’inserimento di una spina nella presa o addirittura odore di plastica bruciata.

Come si svolge il rifacimento
Intervenire sull’impianto elettrico è un’operazione che comporta diversi step piuttosto invasivi, in virtù della complessità e capillarità dei meccanismi di distribuzione dell’elettricità. Il sistema consta infatti di:
- quadro elettrico: consente di controllare l’erogazione della corrente elettrica nelle varie parti della casa, è dotato di diversi interruttori e di un salva-vita;
- interruttori magnetotermici: distribuiscono l’elettricità ai diversi ambienti dell’abitazione e sono collegati all’interruttore principale;
- tubi e cavi elettrici. I primi, denominati corrugati, sono realizzati in materiale plastico e contengono un numero variabile di cavi: questi ultimi sono elementi critici per la sicurezza dell’impianto, in quanto quelli ad unico filamento, tipici dei vecchi edifici, rischiano di incendiarsi durante un corto circuito.

Rifare l’impianto elettrico significa dunque in un primo momento rimuovere tutti gli interruttori di accensione delle luci e le prese (in gergo tecnico dette “frutti”), estrarre il quadro elettrico e le cassette di derivazione, costruire le tracce per i tubi rompendo i muri nei quali si trovano. In un secondo momento si può dunque procedere alla installazione dei nuovi componenti (tubi, cassette di derivazione, quadro elettrico e scatole portafrutti) e, solo a questo punto, inserire i cavi e il nuovo quadro elettrico.

Personale interessato
Il principale operatore nel rifacimento dell’impianto elettrico è naturalmente l’elettricista. L’intervento ha bisogno di una certificazione che non tutti sono autorizzati a rilasciare, è pertanto consigliabile assumere un tecnico dotato di questa qualifica piuttosto che riferirsi a due persone diverse. Dalle operazioni precedentemente descritte, tuttavia, è facile intuire che si avrà bisogno anche di un muratore e spesso anche di un pittore e un piastrellista: queste figure dovranno collaborare tra di loro, dunque se l’elettricista non ha già del personale di fiducia a cui riferirsi, è buona norma sceglierlo concordemente.

Situazione normativa
Le leggi attualmente in vigore prevedono l’esistenza di due linee distinte per la cucina, ambiente in cui si trovano gran parte degli elettrodomestici della casa, e del bagno, ambiente in cui l’utilizzo dell’acqua impone una particolare attenzione per via della pericolosa interazione tra i due elementi. Nel caso l’abitazione sia dotata di condizionatori, poi, è consigliabile una terza linea al fine di evitare i sovraccarichi frequentemente associati a questi dispositivi dall’ingente consumo energetico.


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