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Se vi capita di arrivare a Roma in treno, nel tardo pomeriggio, quando il sole è appena tramontato, guardando dal finestrino, mentre vi avvicinate alla stazione Termini, appare davanti ai vostri occhi un edificio che vi colpisce sicuramente per tre cose: le luci colorate, la forma che ricorda un transatlantico e come la sua modernità ben dialoghi con l’ambiente circostante. Quell’edificio è l’ES Hotel della catena Radisson Blu, progettato dallo studio King Roselli Architetti.

L’hotel occupa un intero isolato nel quartiere Esquilino e nasce dall’intento di riqualificare l’area di Piazza Vittorio, famosa per i suoi palazzi in stile umbertino e le preesistenze archeologiche.

Queste sono state trovate durante l’inizio dei lavori e conservate tramite una soluzione architettonica/strutturale. L’albergo infatti è stato costruito su una piastra di vetro e acciaio, rialzata rispetto al terreno, per consentire di accedere agli scavi archeologici, che restano a vista attraverso il pavimento della hall, lasciando l’illusione di camminare per un’antica strada romana e rendendolo visitabile non solo agli ospiti dell’albergo, ma anche ai passanti incuriositi.

Ma al di là del valore urbanistico, sotto l’aspetto architettonico, l’idea vincente è stata quella di ricontestualizzare la vecchia tipologia a corte: l’albergo infatti, che nasce sopra una vecchia centrale del latte, è un quadrilatero dove su due lati contrapposti si trovano le camere da letto, mentre gli altri due diventano corridoi di collegamento, che ricordano i ponti di una nave.

La prima cosa che colpisce appena entrati è la forma dei desk: tre figure ovali in 3D che fanno pensare ai vecchi gommoni gonfiabili, ed infatti sembrano galleggiare. Quello più grande occupa la parte centrale della hall; una particolarità: la sera si illuminano, dando vita ad una atmosfera un po’ surreale da disco anni ‘80.

Il pavimento è di una resina serigrafata con formelle che ricordano i vecchi sampietrini romani e prosegue anche nella corte, sottolineando la permeabilità tra interno ed esterno.

L’albergo ha 235 camere e tutte hanno una parete completamente di vetro che si affaccia o sul cortile interno o sulla strada.

L’arredo è stato studiato con tre diversi stili. Le camere standard si dividono secondo due tipologie: raft, o zattera, dove il letto, la doccia, il lavandino ed il guardaroba sono inglobati nella stessa struttura di mogano lucido, o a Elle, dove due letti gemelli si contendono lo spazio con la vasca a forma di “L” che dà il nome alla stanza.

La tipologia delle camere Business è ad onda: la testata del letto si trasforma, a seconda della camera, o in un lavandino o in una vasca o in una doccia, separati dal letto soltanto da una parete di vetro.

La linea guida della progettazione delle stanze è dunque nascosta nella rivoluzione dello spazio bagno, non più ambiente distinto: le pareti non esistono, e, a parte i sanitari, la doccia, la vasca e i lavandini sono a vista.

Elemento prevalente dell’hotel, e di conseguenza caratterizzante, è la linea curva, che si ripete anche negli ambienti comuni, dal bancone del lounge bar, ES Libris, che si trova al primo piano, alla copertura del solarium della piscina, sul roof, dove in estate si può sorseggiare un ottimo mojito guardando tutta Roma…provare per credere!!!


Link: www.radissonblu.com/eshotel-rome

PHOTO COURTESY: Radisson Blu Es Hotel


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