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Manoteca è la bottega creativa in cui Elisa Cavani torna ogni giorno carica di oggetti smarriti, che trova in giro per la città, abbandonati in soffitte, cantieri e mercatini. È il laboratorio bolognese dove, dal 2011, anno d'inaugurazione, la talentuosa designer resuscita "un mucchio di cose", rendendole opere inconsuete, pezzi unici e originali, come la mini-libreria con abat-jour e ruote nata da un vecchio triciclo.

Elisa, Manoteca si può definire un laboratorio di design?
«Direi di sì, perché design significa "progettazione" e in qualche modo coinvolge quasi tutto quello che ci circonda. Ogni oggetto o costruzione ideata dall'uomo è stata progettata e pensata per assolvere una funzione finalizzata a migliorare l'esperienza di vita delle persone. Anche la più futile delle decorazioni ha questo obiettivo. Quindi, sì, Manoteca è un laboratorio di design, anzi, di “ri-design”».

Dove e con quali criteri selezioni gli oggetti che poi "resusciti"?
«Cerco oggetti costantemente e ovunque. Non mi importa dove si trovano, ma la condizione in cui sono stati conservati e le caratteristiche che li rendono rari e unici. Dopo un po' si allena l'occhio a capire cosa è interessante e cosa no. Mi interessa che siano autentici (ferramenta, vernice, etc.), che non abbiano difetti strutturali e che non siano infestati dai parassiti. Sembra semplice, ma combinare queste caratteristiche in un oggetto di almeno un secolo di vita non lo è affatto».

È come se applicassi competenze e creatività per dare una seconda vita a materiali e oggetti...
«Penso che le abilità degli esseri umani possano essere impiegate in diverse azioni; ed è naturale che ognuno scelga la più affine al proprio stile di vita e visione del mondo. Solitamente è anche quella che riesce più semplice perché corrisponde a una coerenza di pensiero. Credo che utilizzare la creatività per trasformare vecchi oggetti in qualcosa di prezioso sia un gesto positivo, che invita le persone a guardare le cose da un punto di vista diverso, a rallentare e riflettere sul valore degli oggetti, sul tempo che qualcuno prima di noi gli ha dedicato e sul rispetto della storia e di una civiltà intera. A diversi livelli e con differenti risultati è anche possibile ridurre drasticamente la produzione di rifiuti e innescare un meccanismo per cui diventi naturale trasformare al posto di gettare via».

Che tipo di materiali lavori?

«Lavoro principalmente legno e ferro, ma dipende dal progetto».

Sempre a mano?

«Sì, sempre».

Un prodotto di cui sei particolarmente soddisfatta?

«I tavoli Indoor sono sicuramente gli oggetti per cui ricevo il maggior numero di richieste, ma devo ammettere che provo un affetto particolare per la Nuit de Noel».

Sarebbe?

«È stato il primo oggetto su cui ho lavorato ed era splendido. Per ottenere quell'effetto liquido della base e creare l'onda ho impiegato più di un mese, ma ne è davvero valsa la pena».

L'ultimo prototipo in cantiere?
«Si chiama Indoor #10, è realizzato con porte di castagno di fine 1800. Ed è appena uscito. La sua nuova casa è a Venice Beach... beato lui! Mentre entro la fine di luglio comincerò l'arredamento completo di un meraviglioso eco-luxury-hotel tra le colline toscane. È un progetto molto impegnativo ma altrettanto stimolante. Sarà completato entro la fine dell'anno. Se vi va di seguire il cantiere in evoluzione sarà possibile attraverso la pagina Facebook (https://www.facebook.com/pages/Manoteca/171343529614795)».

Info: www.manoteca.com

Photo Courtesy: Elisa Cavani


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