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L'evoluzione delle cucine verso isole e open space
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Nel corso dei secoli è profondamente cambiato il modo di concepire, strutturare e utilizzare la cucina. Anticamente questo ambiente veniva relegato al piano inferiore di un’abitazione, dove poteva essere più facilmente rifornito di acqua e di legna che, all’epoca, era necessario procurarsi quotidianamente all’esterno dell’abitazione.
Nel corso del tempo la cucina si è trasformata da ambiente di servizio a luogo di accoglienza e talvolta di rappresentanza, dov’è possibile accogliere e intrattenere gli ospiti.
Qual è stata l’evoluzione dell’organizzazione delle nostre cucine? Come si sono trasformati gli ambienti e come dovremmo organizzarli per adattarli alle nostre necessità?

Open space o ambiente chiuso: definire lo spazio
Definire con precisione l’utilizzo che si intende fare della cucina permetterà di progettare e definire nella maniera migliore possibile gli spazi ad essa destinati.
Se si intende utilizzare spesso la cucina per la preparazione di cibi complessi o di pasti per molte persone, la scelta un po’ antiquata di tenere la cucina completamente separata dalla sala da pranzo va presa assolutamente in considerazione.
In questo modo infatti si riuscirà a tenere lontani dagli ospiti il fumo, l’odore particolarmente intenso, il rumore e il disordine che caratterizzano una cucina in cui si preparano pietanze elaborate o in grosse quantità.
Se invece, in una concezione più moderna, la cucina viene utilizzata per preparare pietanze poco impegnative o per piccoli gruppi di persone, si può pensare di creare un open space tra sala e cucina. Potrebbe essere estremamente funzionale scegliere di separare i due ambienti con un’ampia isola che possa fungere sia da superficie di servizio sia da divisore architettonico tra i due spazi.

Separare gli ambienti con gusto
Un’alternativa interessante è quella di creare porte scorrevoli tra i due ambienti, magari fornite di vetrate che facciano passare la luce.
In un ambiente del genere sarà semplice organizzare brunch e buffet intrattenendo gli ospiti in maniera più informale, avendo comunque sempre a disposizione lo spazio funzionale della cucina.
Naturalmente, a fronte di numerosi vantaggi dal punto di vista dell’arredo d’interni e della funzionalità degli spazi, progettare e vivere una cucina open space presenta alcuni svantaggi. Innanzitutto la gestione dei fumi e degli odori derivanti dalla preparazione dei cibi è fondamentale: una cappa da cucina per aspirare i vapori silenziosamente è un alleato strategico per evitare che l’intero open space si riempia di odori e si crei troppa umidità nell’ambiente, che potrebbe portare all’insorgenza di muffe e rovinare il mobilio.
In secondo luogo l’illuminazione dev’essere ben differenziata in corrispondenza delle singole aree dell’open space: più intensa e preferibilmente fredda in cucina, più calda e dimmerabile nel resto dell’ambiente, per poter creare atmosfere luminose adatte a ogni evento.
Un’ulteriore soluzione, adatta a open space di piccole dimensioni, è quella della cucina a scomparsa: una composizione estremamente moderna, in grado di adeguarsi perfettamente a soluzioni abitative come monolocali o bilocali, in cui è strettamente necessario sfruttare ogni metro quadro a disposizione e lavorare su ambienti aperti e multifunzionali.


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