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Sud Africa, Nigeria, Germania. Questo strano triangolo geografico è quello che ha contraddistinto la vita e le crescita lavorativa di Frank Buschmann, creativo della linea T-Furniture prodotta per l’etichetta WUDTHING.

Il brand, produttore di mobili in legno, realizza un arredamento per la casa che fa bene agli occhi, ma soprattutto al cuore e all’ambiente perché ogni lavorazione e ogni scelta dei materiali viene fatta nel pieno rispetto dell’ambiente con un uso responsabile delle risorse.

In quest'ottica è nata anche l’ultima linea di arredamento presentata per la prima volta a Le Voyage à Nantes 2013 e destinata, inizialmente solo ad eventi culturali, ma da ora disponibile per tutti.

Frank Buschmann, mente creativa del progetto, sceglie così di portare aventi pezzi che nascono grazie all’osservazione diretta della realtà e della sua complessità per ottenere oggetti che possano risolvere le esigenze quotidiane con creatività.

Frank, cosa significa design per te?

Trovare soluzioni ai problemi di tutti i giorni con creatività e integrità, senza cercare per forza la fama o la soddisfazione dell’ego.

Quanto le tue origini africane hanno influenzato il tuo lavoro?

Vivere in un contesto come quello nigeriano mi ha fatto capire che molte delle cose che noi chiamiamo problemi non lo sono affatto. Ho capito meglio la complessità del mondo globalizzato in cui viviamo e che tutto ciò che facciamo non ha effetto solamente sul luogo in cui ci troviamo, ma in tutto il mondo.

Da dove parte la tua ricerca?

Dalla comprensione generale della realtà, prima, e da Google image, poi. Non lo guardo per il design, ma per vedere specifici contesti e tramite le immagini farmi raccontare una storia. La mia ispirazione non sono altri progettisti e designer, ma le persone con le loro abitudini. Una volta mi hanno chiesto quale fosse il mio designer di riferimento e io ho risposto Nelson Mandela per come riusciva a parlare, Mahatma Gandhi per la sua integrità e Jimmy Carter perché ha messo i pannelli solari sulla Casa Bianca negli anni ’70. A questi aggiungerei anche Buckminster Fuller.

Come si svolge il tuo lavoro?

Creo una storia in base al contesto, poi scelgo i  materiali, i color e costruisco il modello su carta tenendo conto di come risolvere efficacemente il problema che ho davanti. Quando arrivo poi alla fase finale divento molto pragmatico.

La sostenibilità è il cuore del progetto. Tu lavori con il legno, ma se dovessi scegliere un altro materiale?

La cosa meno importante è il materiale in sé, l’importante è che nella scelta ci sia integrità. Ho scelto il legno perché ci sono cresciuto e penso sia migliore di altri. I materiali che richiedono tecnologia e una manipolazione complessa non fanno parte della mia lista perché voglio quelli diretti e comprensibili al primo sguardo.

Cosa ti aspetti da futuro e quali sono i prossimi progetti?

Mi aspetto grandi cose, ma so che viviamo in un momento di cambiamenti straordinari e potrebbe andare in qualsiasi modo. Sto pensando a cose molto belle per WUDTHING e fra due o tre settimane verrà lanciato un mio nuovo lavoro su www.woodworksbb.es... Ma è una sorpresa!


INFO:  http://www.wudthing.eu/

PHOTO COURTESY: WUDTHING


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