Chiglia è il termine usato per lo scheletro delle imbarcazioni, giusto?
«Esatto: il concept e il nome del mio tavolo Chiglia si ispirano proprio allo scheletro delle imbarcazioni. È un progetto al quale sono particolarmente affezionato: ha decretato il mio debutto e rappresenta un omaggio all’attività marinara della mia Taranto, la città dei due mari».
La chiglia è la struttura del tavolo ed è in legno: quale?
«La “chiglia” e ogni altra parte che compone il tavolo sono realizzate in massello di rovere».
Le “vertebre”e la gamba centrale come sono saldate tra loro?
«Ogni elemento è studiato per assolvere una determinata funzione: le vertebre sostengono il piano in vetro e si uniscono alla trave centrale grazie a un incastro a coda di rondine. Quest’ultima sostiene la struttura descritta e si poggia su due cavalletti simili a quelli utilizzati per ripristinare le imbarcazioni a secco».
Il risultato è un pezzo di sicuro interessante e originale, ma è anche resistente?
«L’intero progetto si basa sull’utilizzo di appropriati incastri in legno che rendono la struttura resistente e libera da perni e viteria metallica».
Come nascono i prodotti di design di Giuliano Ricciardi
A tu per tu con l’autore di tavolo Chiglia e del set di contenitori multitasking Goccia, tra i pezzi in mostra nello showroom di Tid
È disponibile in un’unica versione o si può personalizzare?
«Poco più di un anno fa è stata commissionata a d-Lab Studio www.dlabstudio.it una versione Custom del Chiglia destinata alla sala riunioni di De Candia Rappresentanze, una variante così apprezzata che ho deciso di renderla prodotto con il nome di Chiglia 2.0. In generale, è personalizzabile sia nell’essenza legnosa sia nelle dimensioni, nel rispetto delle proporzioni e dei modelli di base progettati».
Goccia, invece, è un set di contenitori multitasking: che usi e funzioni assolve?
«È un contenitore sospeso da utilizzare sia indoor sia outdoor, si presta a completare la zona living come anche la cucina perché, essendo in ceramica, può contenere oggetti di vario tipo (un plaid come una rivista), alimenti e persino il ghiaccio in cui annegare bottiglie e drink. In più è un corpo illuminante LED che, oltre a illuminare il suo contenuto, dona la giusta atmosfera all’ambiente circostante. Per queste caratteristiche e, soprattutto, per questa multifunzionalità, è un prodotto unico nel suo genere di cui vado molto fiero».
Com’è nata l’idea?
«Goccia è un concept diventato prodotto quasi per caso. Avevo disegnato la versione Mini da utilizzare come contenitore sospeso per i miei biglietti da visita durante la Design week 2014, ma, forse perché sovrappensiero, ho tracciato una linea sul bozzetto; quella linea è diventata il top in legno (listellare di rovere) che completa la versione Big e da lì è nato il set. ».
La tua Goccia personale che dimensioni ha e come la usi?
«Personalmente, osservandola, penso a un set per happy hour “casalinghi” o, considerando le sole versioni Mini e Medium, a “vasi” per le spezie da tenere sospesi in prossimità della zona cottura in cucina o ancora, immaginando una “cascata” di Goccia Mini, le vedo perfette come “tenda” divisorio per un ambiente di grandi dimensioni (come suggerito da un collega londinese)».
INFO: www.dlabstudio.it
PHOTO COURTESY: Giuliano Ricciardi