Dagli anni Settanta ai giorni d’oggi, in un percorso di successo che sembra non conoscere alcuna battuta d’arresto: potrebbe riassumersi così la storia del marchio italiano Arkof, che da oltre 40 anni realizza non solo arredi di design ma elementi di personalizzazione di ambienti che condividono una qualità artigianale e il giusto compromesso tra estetica e funzionalità. Questo mix unico di caratteristiche fa degli oggetti di design Arkof una famiglia mai banale che oggi si rivolge ai clienti nazionali ma soprattutto internazionali, collaborando con una nutrita schiera di designer con cui condivide la stessa, innovativa e provocatoria, filosofia. Il nostro showroom Spazio TID in Via Monte Pordoi 8 è lieto di ospitare ben otto esempi della collezione Arkof, spesso caratterizzati da una commistione tra design e arte.
Arkof: ironia ed esperienza diventano design
Non convenzionale, provocatorio e coraggioso: ecco lo stile del marchio bermagasco
Tra questi, Boom, il contenitore a forma di totem scultoreo in lamellare sabbiato Natureffekt con inserti in metallo laccato; Deck, la credenza che grazie agli interventi artistici sulle sue ante si presenta ogni volta come un pezzo unico; Holed, il mobile contenitore monoblocco caratterizzato dalla presenza, su tutti i lati, di fori del diametro di 8cm; o ancora Low Flex, contenitore con ante battenti e ripiano interno, che ha come materiali principali il legno di abete e la gomma industriale. Tutti gli oggetti di design firmati Arkof dimostrano un carattere unico, del tutto riconoscibile, in grado di conferire una forte personalità agli spazi in cui vengono inseriti: un design ironico e non convenzionale che stimola occhi e mente, ispirando chi si interfaccia con questi arredi a interpretarne l’utilizzo in una maniera aperta, libera e fuori dagli schemi. La vita di tutti i giorni trova una nuova identità grazie alla creatività di questi oggetti di design, che partono da una sapiente lavorazione della materia per collocarsi a metà strada tra funzionalità e sperimentazione estetica.
INFO: www.arkof.it
PHOTO COURTESY: Arkof, Fulvia Farassino